Da Biella con furore. Passando per il Giappone.
Ci si conosce nella aule di chi finge, e anche male, di essere iscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione. Si passano anni a preparare esami che nella vita non avranno mai uno scopo davvero degno di tale nome. Il proprio tempo è diviso tra birre medie per pranzo e bigliettini fatti per aggirare quel nerd del professore di informatica.
E dopo cinque anni ci si ritrova una blogger disoccupata e un artista alle porte di una mostra.
Tirare le somme dovrebbe essere semplice.
E così il nostro caro biellese ne sta mettendo in piedi una grossa. Mica una delle sue solite cazzate. Dopo sporadiche collaborazioni al fine di rilanciare il livello culturale di questo blog, dai suoi opinabili consigli musicali alle sue bizzarre consulenze in fatto di stile, ora tocca elogiarlo per davvero. Dopo Flickr, la sua Nippon Collection approda in formato tridimensionale e reale.
Sì, perche Mr. Asahi, aka Matteo Bernardini, inaugurerà la propria esposizione di stampe giapponesi, "Nippon Collection" appunto, venerdì 21 settembre alle 18 a Villa Cernigliano, Serra dei Leoni (via Clemente Vercellone 4, Sordevolo, BI). La mostra poi continuerà per un mese. Fino al 28 ottobre.
La collezione ha un che di ardito, diciamo che tirarsela è sempre la prima cosa. E a volte, pure a ragione. Le immagini sono di fine Ottocento, per la maggior parte del fotografo Beato Felice: è stato lui il genio a pensare di colorarle. Anvedi Beato. Il Bernardini le fotomonta. Atmosfera misteriosa e antica, uso dell'acquerello e tecnica digitale sospendono le immagini in una dimensione onirica, tipica di quelle serata universitarie a cui il Bernardini era particolarmente avvezzo.
"Nel
2007 ho intrapreso un breve viaggio in Giappone - racconta l'artista - Ho visitato la parte più rurale e interna, la città di Kiryu, dove ho potuto
assaporare la cultura e il fascino del Giappone più puro e incontaminato e
dove, in uno dei luoghi visitati, sono entrato in contatto per la prima volta
con le fotografie di Beato Felice, che in Giappone è molto apprezzato e
ammirato. Successivamente mi sono spostato a Tokyo, dove ho potuto apprezzare anche l’altra faccia della
medaglia, la metropoli dai ritmi forsennati che sembra non lasciarti il tempo
nemmeno per respirare. Negli anni, il ricordo del viaggio è rimasto vivo al punto che volevo trovare
un modo per onorare e rendere reale il sentimento di ammirazione che era nato
in me. Ho così collegato idealmente Italia e Giappone nel modo che mi era stato
suggerito dal Giappone stesso: con le fotografie di Beato Felice. Il processo,
iniziato verso la metà del 2011, mi ha portato ad oggi ad avere venti opere, che
verranno esposte alla Serra dei Leoni di Sordevolo". Dichiarazioni professionali.
Non dovevo copiare all'esame di informatica.