Orge. «Posso andare a guardare, per interesse antropologico, per i ritratti umani». Da ragazza esperta a scrittrice, da cartomante televisiva ad antropologa. Il viaggio è stato lungo per la nostra Melissa P (anarello per intero) che ora si cimenta con la saggistica: “In Italia si chiama amore” è la sua ultima fatica. Come cresce la nostra bambina.
Non le è mai stato stretto questo parlare sempre della stessa cosa?
Ho fatto anche altro. E poi è come chiedere a Lucarelli se non è stanco di parlare sempre di crimini.
Magari è stanco.
Io penso che invece gli interessi, come a me interessa il sesso.
dall’intervista di Silvia Nucini a Melissa P. su Vanity Fair n.47


Milo Manara, vero e indiscusso maestro della trasgressione, in un’intervista rilasciata a Francesco Caldarola diceva: «La mia contestazione parte proprio dal messaggio che si evince da questi fatti (il Bunga bunga, nda), e cioè che a venire prima di tutto è il denaro. Queste ragazze vengono assolte anche dall’opinione pubblica, assolte dalle regole del mercato. Non viene più giudicato l’aspetto morale, né quello erotico, ma solo quello mercantile. Nei miei disegni il desiderio è una delle componenti più importanti. L’altra è la trasgressione al comune senso del pudore. Ma oggi è molto difficile suscitare pubblico scandalo». Quando ha iniziato a disegnare, il maestro, alla fine degli anni Sessanta sì che l’eros (molto più politicamente corretto del volgare sesso) era eversivo, provocatorio, liberatorio. Ah, caro Milo, non torneranno quei bei tempi, in cui una tetta nuda o un accenno di chiappa potevano davvero far venire uno s’ciopone. O altro.

Andando oltre gli stereotipi, c’è qualcosa di romantico e poetico in tutto questo. D’altronde come nelle orge, dice la nostra Meli dai cento colpi.
Che poi tutti scambiano la sua pudicizia, per freddezza. Povera.