
Prima di tutto, chi sei?
Un quarantenne,
padre di famiglia. Poi, scrivo, disegno e cittadino (mi piace pensarlo come un
verbo). Spesso mi si trova in edicola come sceneggiatore di "Julia", la criminologa edita da Sergio
Bonelli Editore. Volendo, si recupera un mio romanzo intitolato “La commedia è
finita”. In rete sono più conosciuto come vignettista, a firma “elle©i”.

No, a tutte. Nasce in un momento in cui nessuno parlava della questione femminile in Italia, e lei si è messa a questionare. Ma l’ha presa da una certa angolazione, non diretta, non di petto. Forse per questo è sempre di spalle. Oltre al necessario pudore che è sorto nell’autore, per non rappresentare la nudità in modo banale ma quasi metafisico. Ecco, per questo She mostra metà fisico.
Perché She? Chi ha bisogno di lei? E lei di cosa ha bisogno?
Potrei dire che lei ha bisogno di chi ha bisogno di lei. Ma poi mi scapperebbe da ridere. Forse non è questione di bisogni, ma di necessità, urgenza di esprimersi. Espressione pura, senza fronzoli. In realtà nella vignetta She non ha mai nessuno intorno, né oggetti. Niente. Solo lei, nuda e la parola. Credo che piaccia per questo.
Avrebbe senso un He oppure no?
She è il massimo della vita, la possibilità di spersonalizzarsi all’estremo, fino a trasformarsi non in qualcun altro, ma in qualcun'altra. E il tutto nella sintesi che sprigiona sensi. Una sfida quasi impossibile, secondo me così non ci era mai arrivato nessun vignettista maschio. Per chi fa il mio lavoro è l’obbiettivo più alto possibile. Mi sento un astronauta abbastanza incompreso.
She è il massimo della vita, la possibilità di spersonalizzarsi all’estremo, fino a trasformarsi non in qualcun altro, ma in qualcun'altra. E il tutto nella sintesi che sprigiona sensi. Una sfida quasi impossibile, secondo me così non ci era mai arrivato nessun vignettista maschio. Per chi fa il mio lavoro è l’obbiettivo più alto possibile. Mi sento un astronauta abbastanza incompreso.
Tu, una matita da disegno, un foglio
bianco e..
Il mondo. Io la vivo davvero così. Sono un mondialista totale, che si trova a rappresentare quel pezzo sensato e plausibile della totalità che chi mi sta a fianco possa cogliere. Mi piacerebbe poter fissare ogni respiro dei miei figli, invidio Carl Larsson che ci riuscì. Ma preferisco lasciarli liberi di respirare la loro vita.
Cosa o chi ti piacerebbe disegnare, ma non sei ancora riuscito a farlo?
Mi piacerebbe raccontare un paese diverso, che torni a rappresentarsi e a capirsi attraverso la cultura, anche la più popolare. Invece di questa striscia di terra perduta, in un mare di ovvietà e fascismo da operetta.
Il mondo. Io la vivo davvero così. Sono un mondialista totale, che si trova a rappresentare quel pezzo sensato e plausibile della totalità che chi mi sta a fianco possa cogliere. Mi piacerebbe poter fissare ogni respiro dei miei figli, invidio Carl Larsson che ci riuscì. Ma preferisco lasciarli liberi di respirare la loro vita.
Cosa o chi ti piacerebbe disegnare, ma non sei ancora riuscito a farlo?
Mi piacerebbe raccontare un paese diverso, che torni a rappresentarsi e a capirsi attraverso la cultura, anche la più popolare. Invece di questa striscia di terra perduta, in un mare di ovvietà e fascismo da operetta.
Insomma, She è il massimo della vita. Come tutte le donne. O quasi.
E questo lo dico io.
E questo lo dico io.
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