Genio e cibo. Follia e cibo. Fotografia e cibo.
Questi sono i Mondi Commestibili, Edible Worlds, di
Christopher Boffoli. Un caro artista di Seattle pure simpatico, mica spocchioso
come tutti quelli che se la menano perché sono riusciti a mettere a fuoco l’originalità
di una bella foglia dentro una pozzanghera (senza nulla togliere né alla foglia
né alla pozzanghera eh).
Cibo a grandezza macroscopica, che crea un mondo dove
persone a grandezza microscopica vivono storie.
E che si fa? Non lo si va a cercare per fargli qualche
stupida domanda? Sì.
Com’è nata l'idea
della collezione Big Appetites nella tua testa?
La genesi della mia serie di fotografie nasce da quando
ero bambino. C'erano così tanti film e show televisivi che sfruttavano sia il
potenziale drammatico e la commedia di una giustapposizione di diverse scale:
le persone piccole in un mondo di dimensioni normali (nda, anch’io ho visto “Tesoro mi si son ristretti i ragazzi” ma non ho
avuto quest’idea geniale). È un tema culturale sorprendentemente comune che
risale fino ai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift nel XXVIII secolo e forse
anche prima. E poi, i bambini per primi vivono in un mondo adulto per loro fuori
scala.
Quando ho cominciato a scattare alcune delle primissime
immagini di questa serie, intorno al 2003-04, scegliere il cibo come componente
è stata una scelta consapevole: il cibo è bello per consistenza e colore, lo è
ancora di più con le luci giuste. Poi la combinazione tra cibo e giocattolini
rende il concetto accessbile a tutti. Indipendentemente dallo stato di lingua,
cultura e sociale, quasi tutti possono identificarsi con i giocattoli della
loro infanzia. E se si mangia con la forchetta, bacchette o le mani, tutti
capiscono cibo. Sedersi a tavola ci fa sentire più umani.
Christopher ci tiene che vengano dati i riferimenti delle
sue mostre in corso. È forte il timore che il target sia sbagliato. A Londra le fotografie sono in mostra ed in vendita
presso il negozio Liberty, filiale di Regent Street, grazie ad un accordo con
la galleria Flaere. A New York
fino al 24 agosto l’esposizione alla Winston Wachter Fine Arts, 530 Street West
25, Chelsea.
Comunque sì, le foto sono piccole apposta. Non è mancanza di senso praticoestetico. Costretti ad andare sul sito, no?
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