martedì 10 luglio 2012

ORDINARIA VITA LILLIPUZIANA


Genio e cibo. Follia e cibo. Fotografia e cibo.

Questi sono i Mondi Commestibili, Edible Worlds, di Christopher Boffoli. Un caro artista di Seattle pure simpatico, mica spocchioso come tutti quelli che se la menano perché sono riusciti a mettere a fuoco l’originalità di una bella foglia dentro una pozzanghera (senza nulla togliere né alla foglia né alla pozzanghera eh).
Cibo a grandezza macroscopica, che crea un mondo dove persone a grandezza microscopica vivono storie.

E che si fa? Non lo si va a cercare per fargli qualche stupida domanda? Sì.

Com’è nata l'idea della collezione Big Appetites nella tua testa?
La genesi della mia serie di fotografie nasce da quando ero bambino. C'erano così tanti film e show televisivi che sfruttavano sia il potenziale drammatico e la commedia di una giustapposizione di diverse scale: le persone piccole in un mondo di dimensioni normali (nda, anch’io ho visto “Tesoro mi si son ristretti i ragazzi” ma non ho avuto quest’idea geniale). È un tema culturale sorprendentemente comune che risale fino ai Viaggi di Gulliver di Jonathan Swift nel XXVIII secolo e forse anche prima. E poi, i bambini per primi vivono in un mondo adulto per loro fuori scala.


Quando ho cominciato a scattare alcune delle primissime immagini di questa serie, intorno al 2003-04, scegliere il cibo come componente è stata una scelta consapevole: il cibo è bello per consistenza e colore, lo è ancora di più con le luci giuste. Poi la combinazione tra cibo e giocattolini rende il concetto accessbile a tutti. Indipendentemente dallo stato di lingua, cultura e sociale, quasi tutti possono identificarsi con i giocattoli della loro infanzia. E se si mangia con la forchetta, bacchette o le mani, tutti capiscono cibo. Sedersi a tavola ci fa sentire più umani.



Christopher ci tiene che vengano dati i riferimenti delle sue mostre in corso. È forte il timore che il target sia sbagliato. A Londra le fotografie sono in mostra ed in vendita presso il negozio Liberty, filiale di Regent Street, grazie ad un accordo con la galleria FlaereA New York fino al 24 agosto l’esposizione alla Winston Wachter Fine Arts, 530 Street West 25, Chelsea. 

Comunque sì, le foto sono piccole apposta. Non è mancanza di senso praticoestetico. Costretti ad andare sul sito, no?


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