venerdì 14 ottobre 2011

CHUCK E SHANNON: I MOSTRI


Niente e nessuno è ciò che sembra. Esticazzi. Ecco, sì, questo descrive bene Invisible Monsters. Non è un libro, è un delirio, lucido, ma pur sempre un delirio. Cioè, oddio, ad una prima impressione può sembrare solo un incoerente delirio: non si può pensare che una storia così grottesca e surreale (una top model senza mascella – gli uccelli hanno mangiato la mia faccia – una donna che in realtà è un uomo, un uomo che in realtà è una donna, un uomo imbottito di ormoni femminili a sua insaputa) possa essere presa sul serio. Ma Palahniuk spiattella lì senza mezzi termini quello che per gli americani non solo è normale, ma quasi ovvio: la bellezza, gli psicofarmaci, le feste patinate, l’omofobia, l’incomprensione con i genitori (sì, perché la povera Shannon riceve come regalo di Natale dai suoi pacchi su pacchi di preservativi, con Perry Como in sottofondo; e si dispiace per qualunque cosa: Scusa, mamma. Scusa, Dio). Direi che come approccio all'autore, l'inizio è col botto.

Anche perché la storia gira tutto intorno a questo: Shannon McFarland è una bellissima modella di successo, un giorno però un misterioso colpo di fucile (i sospetti oscillano fra la sua migliore amica Evie e il suo fidanzato Manus) la colpisce in pieno volto staccandole la mascella. Ricoverata in ospedale e diventata un mostro col viso mutilato, Shannon conosce Brandy Alexander, un bellissimo transgender in procinto di realizzare il suo ultimo intervento per completare il suo cambiamento. Brandy accoglie sotto la sua ala protettrice Shannon e la guida in un viaggio fisico e spirituale alla ricerca di cosa si è e di cosa si vorrebbe essere, senza però avere un’idea precisa né di una né dell’altra cosa. Sono entrambi alla ricerca di un posto che non sia sulla mappa. E ci sono anche altri quattro personaggi che girano intorno alla magica coppia Brandy-Shannon, che ha fatto della Physician’s Desk Reference la sua Bibbia: Evie Cottrell, la migliore amica di Shannon, modella anche lei ma molto meno bella della protagonista, Manus Kelley, il bellissimo fidanzato di Shannon, Seth, compagno di viaggio delle due bellezze (con una grandiosa teoria più e più volte ripetuta: Seth dice che il fatto di essere nati rende i tuoi genitori Dio. Gli devi la vita e ti possono controllare. “Poi la pubertà ti rende Satana – dice – solo perché vuoi qualcosa di meglio”), e Shane, il fratello di Shannon omosessuale, morto di AIDS qualche anno prima e verso il quale la protagonista ha sempre provato un puro odio causato dall'invidia.

L’irresistibile fascino delle bugie. Ecco cos’è. Il tutto mischiato a una buona dose di moda, silicone, chirurgia plastica, pasticche e ormoni.
A libro finito due sono le idee che montano in testa: che essere diversi è l’unico modo per tornare sui binari. E che la bellezza è una maledizione, un demonio che priva le persone della propria anima: l’unica cosa che si arriva a desiderare è di non avere tutto questo.
Una tragedia vissuta e raccontata con uno strano stranissimo tocco di femminilità (ma dopo un po’ pure il confine tra maschio e femmina si comincia a perdere, non è facile fare un distinguo solo perché uno ha il pisello e l’altro no), un dolore tutto al femminile, anche – soprattutto – per chi femmina non lo è.


“La cosa più noiosa del mondo – Brandy dice – è la nudità”.
La seconda cosa più noiosa, dice, è l’onestà. 

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