Metà donna,
metà uomo. O meglio, metà trucco, metà senza trucco.
Sì, perché le
Half Drag del caro Leland Bobbé, fotografo di New York, non sono semplicisticamente
la separazione tra maschio e femmina. Probabilmente c’è un “oltre”. Non è
qualcosa di biologico. Non è femmina. Non è maschio. Un po’ come Balto non era né
cane né lupo.
Forse è
questa la sessualità di oggi. Forse.
Si poteva
lasciare intentata un’intervista?
Come nascono le tue idee? Come nasce
una tua fotografia?
Le mie idee
nascono da posti differenti. Il mio progetto Neo Burlesque è stato ispirato del
NY Times che ho letto. L’idea del mio progetto Half Drag mi è venuta dopo aver
incontrato una drag queen ad una festa. Gli altri progetti, come la fotografia
di strada, mi sorgono alla mente solo vedendo qualcosa che suscita il mio
interesse.
Com’è nato il progetto “Half Drag”?
Ho prima
scattato una serie di ritratti di artisti di Neo Burlesque, la quale è stata
esposta al Museo del sesso qui a New York per tre mesi nella primavera dello
scorso anno. Poi ho visto lo scatto di un artista maschile di burlesque su
Facebook, vestito metà uomo e metà donna, e gli ho chiesto di venire presso il
mio studio per un ritratto. Il risultato era ottimo. In seguito ho incontrato
una drag queen ad un party e ho pensato sarebbe stato fantastico farle un
ritratto usando lo stesso concetto. Così è cominciato tutto.
Una delle tue collezioni che preferisco è NeoBurlesque: racconta. È un
bellissimo progetto con bellissimi scatti.
Grazie. Ho scattato
tutti quei ritratto più di due anni fa. A New York il Neo Burlesque è molto
popolare ed orientato alla art performance: ho trovato gli artisti soggetti
molto interessanti.
Qual è il tuo progetto fotografico preferito? Cosa
prendi dalle tue fotografie?
È difficile
per me dire quale sia il mio progetto preferito. Tutti esprimono qualcosa di
diverso e tutti sono stati motivo di divertimento e sfida. Dirò che Half Drag
sembra essere il progetto più popolare: nell’ultimo mese è stato mostrato da
più di cento blog, siti e riviste online in tutto il
mondo. E le richieste continuano
ad arrivare.
Dio salvi i fotografi. E i blogger.


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