lunedì 12 settembre 2011

ANDY, MORITURI TE SALUTANT


Muore Andy Whitfield e con lui la speranza di vedere una seconda stagione di Spartacus.
Dopo le grandi emozioni regalate dalla prima serie Spartacus: Blood and Sand e dal prequel Spartacus: Gods of Arena, perdo ogni speranza: Andy è morto ieri a Sidney, stroncato dal cancro contro cui lottava da mesi.

Gli era stato diagnosticato lo scorso anno un linfoma non-Hodgkin, che già lo aveva costretto ad abbandonare il ruolo nella serie e dopo diciotto mesi di dura lotta, Spartacus ci lascia alla tenera età di 39 anni.
Mai diventato famoso per nient'altro (credo), la sua carriera si sarebbe snodata intorno ad un numero sconvolgente di ruoli: avrebbe reinterpretato BenHur, avrebbe dato nuova vita a Massimo Decimo Meridio, ci avrebbe fatto sognare nei panni di Giulio Cesare. E invece, la sua carriera finisce qui.

Scendono le lacrime a leggere quel che dichiarano la moglie e il presidente della Starz. "In una bella mattina di sole, a Sidney, circondato dalla sua famiglia, tra le mie braccia, il nostro bello e giovane guerriero ha perso i suoi diciotto mesi di battaglia contro il linfoma", dice la moglie Vashti. Chris Albrecht, presidente e ceo della Starz, società produttrice di Spartacus si è detto profondamente rammaricato: "Siamo stati fortunati ad aver lavorato con Andy nella serie. L'uomo che ha rappresentato un campione sullo schermo è stato un campione anche nella vita. Andy è stato onte di ispirazione per tutti noi per come ha affrontato questa battaglia molto personale, con coraggio, forza e grazia".

E quale modo migliore per colmare questo grande vuoto delle nostre anime telefilm-addicted se non ricordare la meravigliosa serie di cui è stato degno e fiero protagonista.
Sin dal primo episodio si intuisce subito la volontà di ottenere il massimo effetto hollywoodiano (nel senso più megalomane del termine) dalla trama e dagli effetti speciali. La prima puntata non sembrerebbe offrire niente di nuovo al fronte occidentale: un prode guerriero trace (di cui non si saprà mai il nome, se non quello da cui viene insignito dai Romani) è costretto a disobbedire agli ordine del cazzone romano di turno, il legato Gaio Claudio Glabro, per salvare la moglie Sura dall’attacco di una tribù nemica. Poi, le solite cose: lui fa lo spaccone con i romani, è costretto a scappare, tornando vede il suo villaggio andare a fuoco, lui e lei che si appartano chissà dove a fare sesso in tenda e poi i Romani che arrivano a prenderli. Separato dalla moglie e condannato all’arena, il Trace portato a Capua riesce ad entrare nella scuola di Batiato, prima come schiavo e poi come gladiatore: scende a patti col dominus per aver salva la vita della moglie, che intanto è chissà dove, e da qui si snoda tutto l'ambaradan.

Questa la prima puntata: l’archetipico eroe virile in cerca di giusta vendetta contro uno schifoso traditore. Assolutamente nulla di nuovo sotto il sole.
Ma poi arrivano l’arena e il sesso e gli effetti speciali. Impossibile non perdere la testa. Per l’appunto sono solo sangue e sabbia.

Tralasciando commenti inutili, questa serie ha regalato davvero emozioni.
E a queste "emozioni" si potrebbe dare una quantità considerevole di nomi: "addominali scolpiti che spuntano a destra e a sinistra", "gladiatori sempre in mutande che lasciano intravedere glutei (e ben altro) considerevoli", "schiave lascive sempre pronte a spogliarsi". Insomma, tutta questione di gusti.

La perdita del caro Andy lascia un vuoto, incolmabile. O forse no.
Tutto dipenderà da chi prenderanno come sostituto nella prossima serie.

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