venerdì 16 settembre 2011

UNA PROMESSA E' UNA PROMESSA

E così eccomi qui a dedicare un post al compagno di università più rompipalle che esista. Certo, ha mille qualità … che al momento non mi sovvengono, ma che son sicura da qualche parte ci sono.

Matteo: io leggo il tuo blog. dovresti  dedicare un articolo ai miei gusti musicali.
Io: ahahha, lo farò
Matteo: e uno alle mie mille abilità, e uno alla mia persona, e uno al tuo amico di biella (che è sempre lui, nda). se vuoi sfondare devi per forza intervistarmi!
Io: secondo te non c'è il rischio che diventi un blog dedicato solo a te??
Matteo: c’è il rischio che diventi un blog di fama mondiale. poi fai te…

[per la pubblicazione di questa fotografia del lontano 2008 verrò linciata]
Senza essere troppo crudeli, di lui si può dire tutto ma di certo è il mio magister musicae. I suoi consigli musicali sono sempre azzeccati e si trasformano presto in grandi tormentoni: vogliamo parlare di Old White Lincoln dei Gaslight Anthem? Oppure di Pull a U dei The Kills? O se no di Fascination di La Roux? Insomma, grazie a lui grandi scoperte musicali.

Ma l’ultima è davvero una perla: I Baristi Stagionali di Edipo. La canzone diventerà un must.
Intanto il testo:

I baristi stagionali sbagliano dose del Campari
e oltre che a sbagliar la dose poi ti fotton le morose.
Perché farsi la stagione, spesso è solo l’occasione
per avere storie varie e non dover pagar le ferie.
Come quando tu m’hai detto “vado a stare un mese in Puglia
con l’amica quella brutta che nessuno se la piglia”.
E m’hai detto che sei una che riflette quando viaggia
e poi rifletti solo i raggi col tuo culo nudo in spiaggia.

Non so tu, ma io odio chi sbagli dose del Campari
chi ne mette troppo o tanto
è convito che sia un vanto!
Non so tu, ma io odio chi sbagli dose del Campari
chi ne mette troppo poco
è convinto che sia un gioco!

Le vacanze separate sono state solo un modo
per immaginarti con addosso il tuo costume nuovo.
Devo confessarti, ti ho spiato mentre l’hai provato
ma son pur sempre io lo scemo che te l’ha pagato.
E pensare che magari ora c’è un altro che lo slaccia
e poi ti sento il giorno dopo col magone nella pancia.
Nella pancia tu c’hai solo i residui della notte precedente,
chissà quanto hai bevuto inutilmente.

Non so tu, ma io odio chi sbaglia dose del Campari
chi ne mette troppo o tanto
è convito che sia un vanto!
Non so tu, ma io odio chi sbagli dose del Campari
chi ne mette troppo poco
è convinto che sia un gioco!

E da quest’istante tu puoi ritenerti sola.
Ti è bastata una vacanza e mi hai tradito ancora.
E da quest’istante tu puoi ritenerti sola
finchè non capisci l’importanza della soda.

Perché certe donne quando son confuse hanno un modo
di soffrire che è lo stesso in cui si diverte un uomo.
E i baristi per turisti son perfetti in certe sere
non sono bravi a far da bere,
ma son bravi a farti bere.

Tralasciando per un momento la puntualità del ritornello (“Non so tu, ma io odio chi sbaglia dose del Campari”), è un altro il passaggio geniale della canzone che la fa assurgere a must della stagione: “Perché certe donne quando son confuse hanno un modo di soffrire che è lo stesso in cui si diverte un uomo”. Ad una seconda, al massimo terza, lettura non c’è bisogno di commenti, ma solo una parola: GENIO.


Ed oltre a questa trovata, una fine notazione antropologica:
“I giapponesi sono dei pervertiti. Guarda un qualsiasi anime: ad un certo punto arrivano donne nude e vecchi che le inseguono. È un topos fisso.”

Nessun commento:

Posta un commento