lunedì 19 settembre 2011

"EVERY BAND NEEDS A SICILIAN"

Mike Patton, vestito da mafioso, che canta i vecchi successi di Fred Buscaglione e Gianni Morandi. Una meraviglia.


Il nostro caro Micheal Allan Patton è dal 1988 il cantante dei Faith No More, ha cantato e canta tuttora in altri gruppi come Mr. Bungle, Fantomas, Tomahawk e Pepping Tom. Una marea di collaborazioni, live e non, con artisti come John Zorn, Roy Paci, Melvins, Sepultura, Bjork e tanti altri. Questo ed altro lo racconta Wikipedia, a me interessa poco e niente.
La chicca – che non riesco a smettere di ascoltare – arriva nel 2010: il cd “Mondo Cane”. Uscito il 4 maggio dell’anno scorso contiene cover di canzoni italiane degli anni Cinquanta e Sessanta e, puro tocco di stile, all’album partecipa un’orchestra formata da 65 elementi. Scusate se è poco.
E a questi sessantacinque elementi si aggiunge quel tamarro di Roy Paci: Every band needs a sicilian, we have the best!”, così Patton lo presenta.

Già il titolo è imponente: «“Mondo Cane” è un film documentario del 1962 diretto da Paolo Cavara, Gualtiero Jacopetti e Franco Prosperi. “Mondo cane” è considerato il capostipite di un filone cinematografico di documentari sensazionalisti, che prese il nome di mondo movie, volto a impressionare il pubblico mostrando usi e costumi insoliti, stravaganti e grotteschi delle etnie di tutto il mondo. Le immagini e l'onnipresente commento pseudo-sociologico fuori campo sottolineano ogni genere di dettaglio raccapricciante: mutilazioni all'interno di sette, asportazioni di organi genitali, lotte fra cani, cure medicinali alternative con l'uso di sangue e interiora animali».

Ma la cosa migliore di questa produzione è e resta lui. Mike Patton che sembra uscito da una cartolina sull’Italia di quelle che in America vanno tanto: un personaggio dei migliori, con quella pronuncia ben intenzionata, ma il cui effetto british alla Mal non può essere nascosto.
E comunque solo oggi sembra strano uno straniero che canta in italiano. C’è stato un periodo in cui era frequente sentire cose del genere, ma poi i nostri cari artisti italiani hanno smesso di avere successo all’estero e così nessuno ha più guardato in casa nostra.
Ma Patton sì e così sforna undici favolose cover:
  • Il cielo in una stanza (stupenda)
  • Che notte! (da vero coroner)
  • Ore d’amore (non è proprio una canzone italiana, ma vabè)
  • Deep down (direttamente da “Diabolik”)
  • Quello che conta (omaggio a Morricone)
  • Urlo negro (momento rock del cd)
  • Scalinatella (il classicone napoletano che stringe i cuori)
  • L’uomo che non sapeva amare (Fidenco è sempre di una tristezza)
  • 20 chilometri al giorno (una chicca)
  • Ti offro da bere (la riscoperta)
  • Senza fine (un classicone)
Queste quelle inserite nell'album "Mondo Cane", ma che comunque non sono tutte quelle che sono state effettivamente eseguite durante il live all'Holland Festival ad Amsterdam (tutto su youtube).

Da ascoltare. Tanto per passare questo noioso lunedì pomeriggio.


Una perplessità: perché tra i suggerimenti di ricerca che google fornisce quando si scrive “mike patton”, il secondo è “mike patton moglie”??


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